DAD OR ALIVE
EGO eco ansia
EGO eco ansia

Crediti
Crediti
Crediti
uno spettacolo di BumBumFritz
testi, live electronics, videompapping e regia Giovanni Frison e Michele Tonicello
fonica Christian Reale
produzione Cranpi, La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale, La Corte
Ospitale, Pergine Festival
grazie a Babilonia Teatri, Francesca Macrì e Massimiliano Chinelli
uno spettacolo di BumBumFritz
testi, live electronics, videompapping e regia Giovanni Frison e Michele Tonicello
fonica Christian Reale
produzione Cranpi, La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale, La Corte
Ospitale, Pergine Festival
grazie a Babilonia Teatri, Francesca Macrì e Massimiliano Chinelli
uno spettacolo di BumBumFritz
testi, live electronics, videompapping e regia Giovanni Frison e Michele Tonicello
fonica Christian Reale
produzione Cranpi, La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale, La Corte
Ospitale, Pergine Festival
grazie a Babilonia Teatri, Francesca Macrì e Massimiliano Chinelli
premi e riconoscimenti
premi e riconoscimenti
premi e riconoscimenti
Vincitore Premio Stefano Cipiciani per il dispositivo scenico Generazione Scenario 2025
Vincitore Premio Stefano Cipiciani per il dispositivo scenico Generazione Scenario 2025
Vincitore Premio Stefano Cipiciani per il dispositivo scenico Generazione Scenario 2025
SINOSSI
SINOSSI
SINOSSI
Mettere al mondo un figlio oggi è coraggio o incoscienza?
“Dad or alive” esplora il conflitto tra il desiderio di genitorialità e la paura di un futuro ostile: trasmettere qualcosa di sé o aggiungere un’altra vita in un mondo in crisi.
Tra storie, dati e confessioni, parole, musica elettronica dal vivo e videomapping, lo spettacolo dà voce a chi si chiede se diventare genitori sia ancora un sogno possibile o un peso insostenibile.
Ecoansia, precarietà, desiderio, paura: non è solo “voglio un figlio?”, ma “in che mondo crescerà?”.
Mettere al mondo un figlio oggi è coraggio o incoscienza?
“Dad or alive” esplora il conflitto tra il desiderio di genitorialità e la paura di un futuro ostile: trasmettere qualcosa di sé o aggiungere un’altra vita in un mondo in crisi.
Tra storie, dati e confessioni, parole, musica elettronica dal vivo e videomapping, lo spettacolo dà voce a chi si chiede se diventare genitori sia ancora un sogno possibile o un peso insostenibile.
Ecoansia, precarietà, desiderio, paura: non è solo “voglio un figlio?”, ma “in che mondo crescerà?”.
Mettere al mondo un figlio oggi è coraggio o incoscienza?
“Dad or alive” esplora il conflitto tra il desiderio di genitorialità e la paura di un futuro ostile: trasmettere qualcosa di sé o aggiungere un’altra vita in un mondo in crisi.
Tra storie, dati e confessioni, parole, musica elettronica dal vivo e videomapping, lo spettacolo dà voce a chi si chiede se diventare genitori sia ancora un sogno possibile o un peso insostenibile.
Ecoansia, precarietà, desiderio, paura: non è solo “voglio un figlio?”, ma “in che mondo crescerà?”.

LA RICERCA SONORA
LA RICERCA SONORA
LA RICERCA SONORA
In Dad or alive parola e suono vivono insieme. Il testo e la musica portano il tempo, il respiro, le pause, in un continuo contrappunto, in un’amplificazione reciproca. Non due piani sovrapposti, non una colonna sonora, ma un dialogo.
Synth, sample e loop sono costruiti in scena, in uno spazio sonoro dove il battito elettronico misura la tensione, apre e chiude i quadri, dilata o trattiene l’attesa. La musica è drammaturgia, non tappeto: ciò che viene detto e ciò che è impossibile a dirsi si sostengono a vicenda.
Anche la luce, proiettata sui performer, partecipa a questo equilibrio. Rafforza segni e immagini e, allo stesso tempo, ingrandisce i gesti musicali — mani, controller, micro-azioni — rendendo visibile dettagli sonori che altrimenti rischierebbe di perdersi. Voce, elettronica live e proiezione compongono un unico dispositivo scenico: una partitura condivisa che tiene insieme contenuto e percezione.
In Dad or alive parola e suono vivono insieme. Il testo e la musica portano il tempo, il respiro, le pause, in un continuo contrappunto, in un’amplificazione reciproca. Non due piani sovrapposti, non una colonna sonora, ma un dialogo.
Synth, sample e loop sono costruiti in scena, in uno spazio sonoro dove il battito elettronico misura la tensione, apre e chiude i quadri, dilata o trattiene l’attesa. La musica è drammaturgia, non tappeto: ciò che viene detto e ciò che è impossibile a dirsi si sostengono a vicenda.
Anche la luce, proiettata sui performer, partecipa a questo equilibrio. Rafforza segni e immagini e, allo stesso tempo, ingrandisce i gesti musicali — mani, controller, micro-azioni — rendendo visibile dettagli sonori che altrimenti rischierebbe di perdersi. Voce, elettronica live e proiezione compongono un unico dispositivo scenico: una partitura condivisa che tiene insieme contenuto e percezione.
In Dad or alive parola e suono vivono insieme. Il testo e la musica portano il tempo, il respiro, le pause, in un continuo contrappunto, in un’amplificazione reciproca. Non due piani sovrapposti, non una colonna sonora, ma un dialogo.
Synth, sample e loop sono costruiti in scena, in uno spazio sonoro dove il battito elettronico misura la tensione, apre e chiude i quadri, dilata o trattiene l’attesa. La musica è drammaturgia, non tappeto: ciò che viene detto e ciò che è impossibile a dirsi si sostengono a vicenda.
Anche la luce, proiettata sui performer, partecipa a questo equilibrio. Rafforza segni e immagini e, allo stesso tempo, ingrandisce i gesti musicali — mani, controller, micro-azioni — rendendo visibile dettagli sonori che altrimenti rischierebbe di perdersi. Voce, elettronica live e proiezione compongono un unico dispositivo scenico: una partitura condivisa che tiene insieme contenuto e percezione.



